Visto che in questo blog si parla di bambini vi consiglio la rivista da cui ho preso questo articolo, "Mondo 0-3". E' una rivista tutta dedicata alla prima infanzia dove ci sono articoli da cui le neo-mamme e gli educatori del nido possono aggiornarsi.
Le canzoni del nido
di Maria Teresa Nardi
Il segreto del canto
risiede tra la vibrazione
della voce di chi canta
e il battito del cuore di chi ascolta.
(K. GIBRAN)
Quanti canti al nido!
Canzoncine lunghe e corte, veloci e lente, mimate e danzate, che i piccoli amano ascoltare e poi riconoscere e canticchiare.
Canzoncine che celebrano il Natale, la primavera, che accompagnano e scandiscono le varie attività, che raccontano storie di ragni e formiche, che elencano le parti del corpo, i mesi dell'anno, i giorni della settimana...
Canzoncine e ancora canzoncine... penso di non essere in errore se affermo che il canto è la principale attività musicale del nido, che incontra e soddisfa la preferenza marcata dei bambini verso la voce femminile, pertanto richiede attenzione e cura nelle modalità esecutive. Cura perché la canzone che io canto per te, con te, crea un legame fra me e te, è quella "cosa" nella quale io incontro te e tu incontri me; in quello "spazio" io trovo i tuoi occhi, il tuo corpo, le tue mani, il tuo volto e tu incontri la mia voce, il mio corpo, la mia disponibilità ad accoglierti e a stare con te. La canzone al nido, così come in altri contesti educativi e di cura, è veicolo di relazione, è un "oggetto mediatore" che sta fra educatrice e bambino, fra bambino e bambino, fra tutti gli elementi del gruppo, permettendo e favorendo l'incontro con l'altro. La canzone media la relazione, è "oggetto" significativo, che a poco a poco diventa familiare per i frequentatori del nido, perché fa parte integrante di questa realtà, ne colora le azioni e i momenti di cura quotidiana.
I bimbi, anche i piccolissimi, riconoscono le canzoni, per loro è "materiale" affettivamente rassicurante, condiviso all'interno del nido, rappresentativo di un mondo in cui riconoscersi, che rimanda a relazioni significative, insegnamenti e regole ben precise. Ecco allora che le numerose canzoncine vanno a costituire un repertorio comune, un patrimonio sonoro condiviso dagli abitanti del nido. Patrimonio sonoro costituito spesso da canti, in parte tramandati oralmente ( a questo forse si devono le numerose versioni testuali e melodiche di uno stesso canto!), in parte fortunatamente trascritti e conservati in preziose raccolte. Questo repertorio "si caratterizza come forma vocale proto-musicale, sospesa tra parola e canto, solitamente di struttura ritmica elementare, basata sulla scansione sillabica del testo, che risulta quindi facilmente memorizzabile" (1). Per quanto concerne, invece, la linea melodica è palese che si tratta di materiale semplice, "costruito" rispettando le capacità canore dei piccoli, permettendo loro di "acquisire maggiore controllo delle proprie potenzialità vocali, ma anche di agevolare l'assimilazione degli schemi basilari del nostro linguaggio musicale tonale" (2). Nei testi di questi brevi canti e nelle modalità di esecuzione sono presenti temi e finalità didattico pedagogiche, riassunte nelle parole di Roberto Leydi:
"I giochi che l'adulto fa con il bambino (per esempio quando lo fa saltare sulle ginocchia e poi finge di lasciarlo cadere per poi riprenderlo affettuosamente, simbolo di senso di sicurezza dopo un pericolo, o quando gli chiede di battere o muovere le mani a un certo ritmo o secondo un certo modello, o quando gli guida la manina a toccare il naso, la bocca, gli occhi, le orecchie e così via hanno lo scopo di promuovere il coordinamento dei movimenti, di suscitare il controllo emozionale, di far apprendere nozioni e vocaboli" (3).
Goitre sottolinea, invece, "le caratteristiche di recepibilità, di assimilabilità e di reperibilità del canto popolare infantile, poiché l'estrema semplicità di questo canto ci permette di offrire al bambino un vasto e progressivo repertorio di esercizi in forma ludica, atti a sviluppare il suo senso musicale" (4), ma anche altre facoltà psico-intellettive utili all'apprendimento, alla competenza linguistica, alla percezione, alla logica, alla concentrazione, alla prontezza dei riflessi, alla memoria, all'analisi e alla sintesi, al coordinamento psicomotorio, fino all'interiorizzazione del ritmo e del suono. Raccomando all'educatrice che canta ai piccoli e per i piccoli di non pretendere nessuna risposta canora dai bambini, poiché l'assimilazione di un canto è processo lungo e complesso. Di fatto per apprendere un canto servono abilità di tipo percettivo-cognitivo (il bimbo deve essere in grado di percepire e mettere in memoria il profilo melodico) e capacità di tipo motorio (deve essere in grado di controllare l'intonazione), abilità che in taluni maturano non prima dei 6-7 anni!